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Villa Brigido, Trieste
Dopo un passato di sfarzo e grandezza, le condizioni in cui versava l’edificio negli anni novanta del secolo passato erano di grave decadimento.
La costruzione, dei primi anni del 1800, si articola su quattro ali attorno ad una corte interna, e si presenta come dimora di rappresentanza: una grande sala, completamente affrescata, si apre subito dopo il portone centrale; le altre parti della villa, tranne una stanza vicina che presentava alcuni affreschi molto rovinati, non erano decorate.
Il progetto ha visto il restauro del salone principale e della facciata prospiciente Strada di Fiume con il mantenimento degli aspetti architettonico-decorativi e la realizzazione, all’interno del corpo di fabbrica esistente, di un ufficio e di nove unità immobiliari destinate a residenza.
L’ufficio occupa il salone principale e i vani verso ovest a esso contigui.
Nelle unità residenziali il piano terra è stato destinato a zona giorno e il piano primo a zona notte, con scale interne ad ogni unità.
L’ingresso alle singole abitazioni avviene o dal giardino o dalla corte interna. Per alcuni alloggi il verde è ad uso esclusivo, con accesso dall’abitazione.
Il progetto prevedeva la demolizione e la ricostruzione dell’ala sud dell’edificio, al fine di permettere la realizzazione di un’autorimessa interrata. Nell’ala sud trovano sede due unità abitative, anch’esse distribuite su due piani. Le facciate prospicienti alla corte interna non vengono sostanzialmente modificate, ad esclusione della posizione di alcuni fori e dei portali destinati ad accesso carraio.
La necessità di un aggiornamento distributivo ha imposto la frammentazione di spazi che un tempo erano collegati gli uni agli altri. La perdita di unitarietà interna non è tuttavia percepibile all’esterno, dove le facciate rimangono sostanzialmente invariate.
Si è quindi cercato di non tradire lo spirito di un’architettura caratterizzata da un’impronta unitaria intervenendo in maniera unisona sulle facciate, rispettando per quanto possibile l’assialità dell’intero complesso, confermando il sistema delle scale come perno fra le diverse ali dell’edificio e mantenendo una destinazione d’uso di rappresentanza per il salone principale.
Nella parte d’intervento che prevede demolizione e ricostruzione, sono rispettate le dimensioni delle murature originarie e il senso di orditura delle travature principali.
Le fasi lavorative, relativamente alle opere artistiche, hanno previsto importanti operazioni di restauro sugli affreschi.
In particolare si è intervenuto puntellando il soffitto affrescato della sala principale; si è rimossa la copertura superiore alla sala e fissate con resine le parti superiori dell’intonaco affrescato.
Si è proceduto poi con il parziale strappo e recupero degli affreschi, al fine di permettere gli interventi strutturali sui cordoli della copertura.
Ad opere strutturali ultimate sono stati riposizionati gli affreschi rimossi e si è completato il restauro della sala con l’integrazione delle parti pittoriche oramai perdute.